Progetto Albero della vita:
Percorsi di crescita per genitori figli

Il Progetto “Albero della Vita, In collaborazione con la Studio di Psicologia Analitica di Genova si articola come intervento di educazione emotiva ed attenzione al mondo interiore dei bambini e degli adulti che di loro si occupano.

Progetto Albero della Vita




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La scelta dell‘Albero è motivata per la sua impressionante centralità nella storia della civiltà umana quale immagine che appare spesso tra le figurazioni archetipiche dell’inconscio. La ricchezza e la vitalità di questo simbolo è straordinaria. Le associazioni piu’ frequenti relative al suo significato sono la crescita, (dal basso verso l’ alto e dall’alto verso il basso) la vita, lo sviluppo, l‘aspetto materno , (protezione, ombra, riparo, frutti nutritivi, fonte di vita, solidità, durata), il radicarsi, l’inamovibilità, il divenire della personalità come processo di morte e rinascita. (Jung C.G.)

Abbiamo scelto di associare la crescita all‘albero, che ha uno sviluppo lento e graduale, in cui il tronco e la chioma si espandono anno dopo anno grazie alle radici, a noi invisibili ma fondanti.

Nei laboratori con i bambini “giochiamo a essere un albero” e la chioma viene spesso collegata alla testa, ai pensieri, alla fantasia, ai sogni, ai sogni ad occhi aperti… al perdersi in essi…… Il tronco alla struttura corporea nella sua variabilità di forme e strutture e all io. Infine le radici sono l’ anima, lo spirito fatto di tanti racconti, di ricordi transgenerazionali, di segreti.
L’ integrazione e il dialogo tra questi tre livelli permettono al bambino di avere solide basi, sentirsi e differenziarsi. Un albero può espandersi con fogliame solo in misura proporzionata alle radici.

Se trascura le radici a favore del fogliame, al primo vento è destinato a cadere. Se l’ albero è simbolo del divenire integrato della crescita, possiamo dire che i bambini e i ragazzi oggi sono a volte come alberelli che per non spezzarsi, assumono la direzione del vento e della luce, perdendo il loro radicamento. Partiamo dal presupposto, frutto della nostro lavoro clinico con giovani e famiglie che oggi, per i fenomeni sociali e tecnologici in cui siamo immersi; la velocizzazione, la tecnica, ecc, i giovani si stiano sempre più allontanando da un “buon radicamento”: alla terra, all’humus, al corpo, alle emozioni , al principio di realtà, alla relazione concreta e non virtuale, alla vita. Le radici sono da noi anche intese come cio’ che da una generazione all’ altra viene trasmesso,,tramite la relazione.

Da una generazione all’altra , dalle nostre radici, familiari e collettive, si passa tutto cio’ che accompagna la vita: la lingua che parliamo, gli atteggiamenti, il tipo di funzionamento mentale, il tipo di difese che prevalentemente useremo quando dovremo affrontare gli ostacoli, il mestiere di vivere insomma. Tutta la cosiddetta età evolutiva è il sentiero che compiamo e ci permette di acquisire l arte del vivere, fatta di strategie risorse e modalità che ognuno elabora per affrontare gli ostacoli, le prove, i passaggi della vita stessa.
L’albero è un simbolo universale di una Vita in continua evoluzione,in ascensione verso il cielo, ed evoca quindi il simbolismo della verticalità , contemporaneamente è in saldo contatto con la terra, attraverso le radici.

Le piante infatti, dalle piu’ piccole ai grandi alberi, mentre si innalzano verso la luce, affondano e ramificano verso la profondità. L’albero mette in comunicazione i tre livelli del cosmo:

Livello sotterraneo, per le radici che scavano le profondità in cui affondano,
Livello della superficie per il tronco,
Livello dei cieli, per la cima attirata dalla luce del sole e abitata dagli uccelli.

L‘albero è simbolo di unione: riunisce in sé tutti gli elementi: l ‘acqua circola con la linfa, la terra si integra al suo corpo attraverso le radici, l’ aria nutre e il fuoco si sprigiona dal legno.
L albero è insieme fallo e matrice, maschile e femminile e loro unione. È simbolo dell‘unione tra inconscio e coscienza, tra continuo e discontinuo.

Pressioni da parte degli adulti, cambiamenti sociali, culturali, spingono i giovani alberelli a plasmarsi secondo aspettative sociali con due fenomeni tipici del nostro tempo:

Perdita delle radici come collasso emozionale , invasione delle emozioni con scarsa capacità di mediazione riflessiva. (Agiti, dipendenze da sostanze stupefacenti e psicotrope)
Perdita delle radici come Analfabetismo Emozionale (incapacità di sentire e riconoscere le varie emozioni)

Per crescere un bambino ha bisogno di sentirsi intero, i suoi confini devono essere precisati rispetto agli altri, e questo puo avvenire se c’è la possibilità di radicarsi prima e di separarsi mentalmente,poi, di differenziarsi dall’ambiente e dalle persone intorno in un secondo momento.

Per crescere il bambino ha bisogno di tempo, di fare esperienze collegate alla sua età cronologica, di chi si occupi di lui per sostenerlo nel percorso che porta alla capacità di badare a se stesso.

Gli adulti spesso oggi faticano a trovare la giusta distanza dal bambino.
Il considerarli un appendice gratificante di se stessi, sta compromettendo il diritto del bambino di essere tale con esiti di sofferenza, sul piano dello sviluppo. Anche a scuola e nelle attività extra a volte calano sui ragazzi modelli precostituiti, bisogni personali, aspettative esterne.

Se un bambino vive vicino ad adulti che non hanno bisogno di lui, ha la possibilità di fare il suo percorso di vita, liberamente, senza essere costretto inconsciamente a seguire le richieste implicite dei genitori e dei parenti, a causa del senso di colpa per aver tradito aspettative.
Per questo il nostro intervento propone dei percorsi paralleli di crescita per genitori e per figli, ponendo molta attenzione al lavoro di ascolto.
Spazio di consultazione psicologica

"In ultima analisi, noi contiamo qualcosa solo in virtu’ dell’essenza che incarniamo, e se non la realizziamo, l‘esistenza è sprecata.
C.G.Jung"

Un pensiero guida del nostro lavoro psicoterapeutico, è che la vita e la crescita possano essere lette come un percorso iniziatico, costellato di prove destabilizzanti o crisi, che possono di volta in volta configurare occasioni di crescita, volte verso l‘individuazione.
Durante il corso della vita l‘individuo avverte il peso dei conflitti che nascono dentro se stesso, rispetto alla famiglia di origine, nelle relazioni amorose, nel lavoro. L‘inquietudine che segnala la crisi si puo’manifestare in molti modi; ansia, confusione, apatia, fino a sfociare in sintomi veri e propri.

La crisi a volte è espressione di un cambiamento esistenziale e fisiologico ( pubertà, matrimonio, ingresso nel mondo del lavoro, nascita dei figli, senilità) e si declina sul registro della normalità, oppure puo’declinarsi sul registro della sofferenza mentale, per esempio quando è espressione del crollo di difese divenute inadeguate a fronteggiare il cambiamento.
La crisi, che segnala la comparsa di nuove necessità psichiche, e l’inadeguatezza di vecchi equilibri, puo’essere accolta come segnale di allarme e al contempo come necessità e possibilità di cambiamento.
La consultazione offre uno spazio dialogico o in cui la sofferenza e il disagio legati alla crisi possano essere accolti.

Lo spazio di consultazione è un “contenitore emotivo” per incorniciare la crisi , cercando insieme allo psicoterapeuta, come compagno di ricerca, di coglierne anche il significato trasformativo.
La crisi infatti puo’rivelare l’esigenza interiore di riflettere su se stessi e sul proprio senso di essere nel mondo.
Lo spazio di consultazione analitica offre accoglienza, sostegno riflessivo e successivo orientamento relativo al percorso terapeutico maggiormente adatto.